Rivolgo un ringraziamento particolare agli studenti, al personale tecnico-amministrativo, ai ricercatori ed ai professori che hanno inteso guardare con grande interesse alle idee ed ai programmi di profondo cambiamento dell’Ateneo da me proposti, come testimoniato dall’ampio consenso ricevuto. Ringrazio, altresì, tutti coloro che hanno partecipato al voto, nonostante l’avversità del periodo, rendendo l’importante occasione una grande attestazione di democrazia. Ho partecipato a questa intensa campagna elettorale con la stessa motivazione e determinazione che hanno caratterizzato i miei precedenti impegni accademici e al solo scopo di contribuire all’affermazione di principi da me ritenuti imprescindibili per la vita di una comunità accademica.
La conclusione della campagna elettorale apre una nuova fase che dovrà vederci ancora più di prima impegnati ad essere protagonisti delle scelte che il nuovo Rettore - a cui formulo gli auspici di buon lavoro - e gli organi accademici intenderanno assumere per affrontare le grandi sfide che attendono l’Ateneo nel prossimo futuro. Per quanto mi riguarda, mi adopererò con tutte le mie energie affinché le parole chiave indicate nel mio appello finale prima del voto del 31 luglio (legalità, trasparenza, partecipazione, pari dignità e pari opportunità per tutti, rinnovamento, qualità, e soprattutto libertà) diventino prassi consolidate nei contenuti e nei metodi di lavoro all’interno della nostra Università.
Ritengo che molte cose che ho nel tempo proposto, cercando di portare a sistema i numerosi stimoli presenti nei programmi di altri candidati o nei contributi di singoli colleghi, siano fattibili, spero che il nuovo Rettore sappia cogliere lo spirito innovatore e lo stimolo al coinvolgimento dell’intera comunità universitaria che ha motivato quanto da me proposto e condiviso ampiamente dall’Ateneo.
Marcello Maggiolini
**************************************************************
È il giorno della svolta.
Dopo la seconda votazione il vento è cambiato e ora le possibilità di successo per rinnovare nel profondo l’UniCal sono elevate. Basta leggere Mercurio, guardare la rassegna stampa, andare in giro per l’Università per capire che la proposta della svolta ha acquisito sempre maggiori consensi e si è arricchita di nuove motivazioni. Dall’altra parte, invece, un eloquente silenzio, rotto solo da qualche goffa filastrocca, da qualche attacco personale a chi espone argomenti a mio favore, dalla stravagante riproposizione di articoli di quotidiani già noti peraltro attraverso la rassegna stampa del portale UniCal. Argomenti zero. Il ritornello, sempre uguale, è il mio legame con il Rettore. È un argomento banale e consunto a cui ormai non crede più nessuno, tranne quelli a corto di idee e di proposte. Basta guardare non solo la mia storia scientifica ed accademica, ma anche i comportamenti delle persone che sostengono la mia candidatura, le loro storie, presenti e passate all’interno dell’Ateneo, ricordare le loro prese di posizione sui problemi dell'Ateneo anche in contrasto con il Rettore per rendersi conto che il ritornello è privo di qualsiasi ragionevolezza. D'altro canto una persona intelligente come il Rettore, a differenza di molti altri notabili incollati alle sedie del potere, ha già compreso che il suo impegno istituzionale è ormai finito ed è giunto il momento di lasciare la scena. Solo la fretta di occuparne il posto ha impedito al prof. Crisci ed ai suoi sostenitori di comprendere questa semplice verità.
Perché la svolta si concretizzi occorre però che l’affluenza alle urne sia elevata. Dobbiamo ignorare che è il 31 di luglio, non dobbiamo farci condizionare dal caldo o dal traffico sulle strade, piuttosto dobbiamo essere convinti che ogni voto può essere decisivo. Dobbiamo dimostrare che l’Ateneo è pronto alla svolta nonostante questa scelta infausta del 31 luglio che si rivelerà, ne sono certo, un boomerang per chi l’ha imposta a maggioranza in Senato Accademico.
Nel corso di questa intensa campagna elettorale ho avuto modo di esporre più volte le mie linee programmatiche, ma credo che sia utile in questa mia riflessione ricordare in modo sintetico i principali impegni e, in particolare, le cose che farò nel corso di questo 2013, considerando che comincerò a lavorare, in caso di successo, il primo agosto, alla costruzione della nuova Università della Calabria con il contributo attivo di tutti voi.
1. Rinuncia all’indennità di Rettore pari a 60.000€ all’anno da destinare a progetti di ricercatori. Non mi risulta che il prof. Crisci abbia assunto un impegno analogo.
2. Modifica dello Statuto e del Regolamento di Ateneo. Entro ottobre definiremo insieme, in rete ed in occasioni pubbliche, i criteri generali che dovranno ispirare il nuovo Statuto ed il Regolamento di Ateneo. Sottoporrò questi criteri generali alla valutazione degli Organi con l’intento di realizzare una prima stesura dei nuovi articolati entro dicembre.
3. Valutazione della Ricerca ed altre valutazioni. Entro novembre sarà effettuata un’analisi attenta dei risultati sulla valutazione della ricerca realizzata dall’ANVUR e delle altre valutazioni che hanno interessato l’Università della Calabria (FFO, classifiche varie, ecc.). Saranno individuati i punti di forza e le criticità. Entro dicembre sarà presentato e discusso pubblicamente un piano di intervento che consenta non solo di sostenere le aree che hanno ottenuto buoni risultati ma anche di affrontare in modo sistematico i problemi che impediscono di realizzare una buona performance delle altre aree, con una prima definizione di un sistema organico di autovalutazione della ricerca.
4. Didattica. Diffusione dei dati raccolti dal Presidio di Qualità e da altre strutture dell’Ateneo sull’offerta e sulla domanda formativa, sull’abbandono, sul placement post laurea, ecc. Sulla base di questa documentazione dovrà esser predisposto, nel 2013, un piano pluriennale di didattica integrativa finalizzata all’assistenza degli studenti che, per background formativo, hanno maggiore difficoltà. Tale didattica integrativa dovrà accompagnare gli studenti per l’intero ciclo di studi. L’idea di base è quella di prevedere meno didattica frontale e più tutoraggio personalizzato. Programmare per gli anni futuri la didattica in termini sostenibili e commisurata alle nostre potenzialità e competenze. Più laureati con maggiori conoscenze e competenze. Una autovalutazione rigorosa dovrà misurare i risultati di questi nuovi indirizzi politici. Un percorso da costruire con gli studenti e che possa coinvolgere anche i nostri laureati.
5. Riorganizzazione delle strutture amministrative. Entro dicembre, attraverso un puntuale lavoro di concertazione con il PTA e le organizzazioni sindacali, saranno messi a fuoco i principali motivi del diffuso malessere tra i dipendenti. Sarà predisposto un progetto complessivo di riorganizzazione degli uffici in grado di coniugare la necessità di una maggiore efficienza con quella di valorizzare le preziose competenze disponibili. Parte essenziale di questo progetto sarà la creazione di un sistema di aggiornamento e di professionalizzazione complessivo, che consenta in modo strutturato ed organico, la crescita di efficienza e professionalità dell’intero sistema. La creazione di uffici specializzati, tipo Lio, è tra gli obiettivi di questo progetto. L’autovalutazione lo strumento di rigoroso controllo.
6. Qualità della vita. Nel corso di questa competizione elettorale sono emerse tante idee positive per migliorare la qualità della vita dell’Ateneo, ed in particolare del Campus. La strada da seguire è una sola: grande professionalità e capacità di gestione diretta di tutte le infrastrutture dell’UniCal. Si dovrà costruire una Consulta tra coloro che vivono il campus per realizzare subito varie iniziative a costo zero per tutta la comunità universitaria e per programmare interventi di più ampio respiro da realizzare anche attraverso il supporto di finanziamenti esterni (regionali, dell’Unione Europea, ecc.).
7. Delegati e prorettore. Ho già anticipato in un precedente intervento che i delegati saranno individuati tra le persone che si saranno mostrate più attive e capaci nella complessa fase di stesura dei diversi piani che intendo predisporre (modifiche di Statuto, didattica, ricerca, organizzazione uffici, qualità della vita, ecc). Saranno, in pratica, indicati da voi a prescindere dalle scelte elettorali fatte liberamente, privilegiando i giovani e i ricercatori. Il Prorettore vorrei poterlo scegliere all’interno di una rosa predisposta dal SA, sulla base di criteri che fisseremo insieme. Mi pare una differenza non da poco con l’organigramma già definito dal prof. Crisci, con la distribuzione di coccarde a logori notabili. Questo è uno dei punti deboli del suo progetto costruito a tavolino con un ristretto gruppo di persone, le possibilità di aprirsi al nuovo sono dunque inesistenti. Su questo argomento non può dare risposte e quindi solleva polveroni cercando di attribuire a me la sua troppo lunga consuetudine con le stanze del potere. D’altra parte, l’espressa volontà del prof. Crisci, che è contraria alla mia, di mantenere in servizio i colleghi ultrasettantenni con le note ricadute negative sul turnover e sulla disponibilità di punti organici, la dice lunga sulla possibilità di dar luogo da parte del prof. Crisci a nuove assunzioni (che sono vitali per il futuro dell’Ateneo) e progressioni di carriera ben meritate da profili scientifici di elevato spessore.
8. Ricercatori. La scelta giusta fatta dall’Ateneo di puntare sui ricercatori richiede comportamenti coerenti altrimenti i problemi diventeranno ingestibili. Dovrà essere messa a punto, insieme a loro, una politica organica per i ricercatori, che parta dal presupposto che non esiste il “ricercatore unico” e che quindi deve essere possibile un ampio spettro di opportunità per chi, ad esempio, è impegnato prevalentemente nella didattica e chi al contrario preferisce ridurre al minimo tale impegno e dedicarsi prevalentemente alla ricerca. Libertà assoluta per i ricercatori, per dare realmente una svolta all’Ateneo e per evitare gravi episodi come le indebite sollecitazioni e promesse da parte di notabili a ricercatori, al fine di far ritirare la firma da documenti liberamente sottoscritti a sostegno della candidatura di Maggiolini. Sono questi i metodi e le prassi che possono consentire all’UniCal di essere quel faro per la Calabria indicato dal prof. Crisci? Tutto ciò mi rafforza nell’idea che c’è bisogno di un ringiovanimento complessivo della classe dirigente dell’Ateneo ad iniziare da chi dovrà assumere con entusiasmo la grande responsabilità di guidare la svolta.
9. Internazionalizzazione. È tra i punti principali di ogni programma ma non si va oltre qualche enunciazione. A mio avviso si deve partire dall’esistente. Entro ottobre faremo un censimento delle iniziative in corso, dei risultati conseguiti, dei workshop internazionali, delle summer schools, della capacità di attrarre dottorandi stranieri ecc. Saranno selezionate, in modo equilibrato tra le diverse aree, le iniziative sulle quali puntare e che possano fungere da esempio e traino per l’intero Ateneo. Ma è importante, per la nostra posizione geografica, mantenere anche uno stretto rapporto con il sistema universitario nazionale e quindi le politiche destinate ad aumentare la nostra internazionalizzazione dovranno essere l’occasione per valorizzare le collaborazioni più qualificanti, didattiche e scientifiche, con altre Università italiane.
Ci sarebbero altre cose da sottolineare (legalità, bilancio partecipato, semplificazione burocratica, Horizon 2020 e strutture dedicate, dottorati, servizi, rapporti con il MIUR, con la CRUI, con le altre università calabresi, con il territorio, ecc.), ma non voglio abusare della pazienza di tutti voi.
In estrema sintesi, ricordo le parole chiave che caratterizzano il programma di Maggiolini-Rettore e che saranno una guida costante per l’intero sessennio: trasparenza, partecipazione, pari dignità e pari opportunità per tutti, rinnovamento e qualità. Ma consentitemi che una parola, che riassume la mia storia scientifica ed accademica, campeggi su tutte le altre: libertà.
Il 31 luglio possiamo far vincere il programma riassunto da queste parole, anche a costo di qualche sacrificio personale e familiare. La profonda svolta di cui necessita il nostro Ateneo per continuare a contribuire allo sviluppo della Calabria ed al futuro delle nuove generazioni lo chiede con forza.
Andiamo tutti a votare! Ogni voto può essere decisivo. Non perdiamo questa straordinaria occasione per affermare una nuova università basata su qualità e merito, efficacia ed efficienza gestionale, partecipazione e coinvolgimento attivo di tutta la comunità accademica. Cambiare è necessario e possibile. Il futuro dell’UniCal è nelle nostre mani. Evitiamo di affidarci ancora per sei anni ai soliti notabili.
2. Modifica dello Statuto e del Regolamento di Ateneo. Entro ottobre definiremo insieme, in rete ed in occasioni pubbliche, i criteri generali che dovranno ispirare il nuovo Statuto ed il Regolamento di Ateneo. Sottoporrò questi criteri generali alla valutazione degli Organi con l’intento di realizzare una prima stesura dei nuovi articolati entro dicembre.
3. Valutazione della Ricerca ed altre valutazioni. Entro novembre sarà effettuata un’analisi attenta dei risultati sulla valutazione della ricerca realizzata dall’ANVUR e delle altre valutazioni che hanno interessato l’Università della Calabria (FFO, classifiche varie, ecc.). Saranno individuati i punti di forza e le criticità. Entro dicembre sarà presentato e discusso pubblicamente un piano di intervento che consenta non solo di sostenere le aree che hanno ottenuto buoni risultati ma anche di affrontare in modo sistematico i problemi che impediscono di realizzare una buona performance delle altre aree, con una prima definizione di un sistema organico di autovalutazione della ricerca.
4. Didattica. Diffusione dei dati raccolti dal Presidio di Qualità e da altre strutture dell’Ateneo sull’offerta e sulla domanda formativa, sull’abbandono, sul placement post laurea, ecc. Sulla base di questa documentazione dovrà esser predisposto, nel 2013, un piano pluriennale di didattica integrativa finalizzata all’assistenza degli studenti che, per background formativo, hanno maggiore difficoltà. Tale didattica integrativa dovrà accompagnare gli studenti per l’intero ciclo di studi. L’idea di base è quella di prevedere meno didattica frontale e più tutoraggio personalizzato. Programmare per gli anni futuri la didattica in termini sostenibili e commisurata alle nostre potenzialità e competenze. Più laureati con maggiori conoscenze e competenze. Una autovalutazione rigorosa dovrà misurare i risultati di questi nuovi indirizzi politici. Un percorso da costruire con gli studenti e che possa coinvolgere anche i nostri laureati.
5. Riorganizzazione delle strutture amministrative. Entro dicembre, attraverso un puntuale lavoro di concertazione con il PTA e le organizzazioni sindacali, saranno messi a fuoco i principali motivi del diffuso malessere tra i dipendenti. Sarà predisposto un progetto complessivo di riorganizzazione degli uffici in grado di coniugare la necessità di una maggiore efficienza con quella di valorizzare le preziose competenze disponibili. Parte essenziale di questo progetto sarà la creazione di un sistema di aggiornamento e di professionalizzazione complessivo, che consenta in modo strutturato ed organico, la crescita di efficienza e professionalità dell’intero sistema. La creazione di uffici specializzati, tipo Lio, è tra gli obiettivi di questo progetto. L’autovalutazione lo strumento di rigoroso controllo.
6. Qualità della vita. Nel corso di questa competizione elettorale sono emerse tante idee positive per migliorare la qualità della vita dell’Ateneo, ed in particolare del Campus. La strada da seguire è una sola: grande professionalità e capacità di gestione diretta di tutte le infrastrutture dell’UniCal. Si dovrà costruire una Consulta tra coloro che vivono il campus per realizzare subito varie iniziative a costo zero per tutta la comunità universitaria e per programmare interventi di più ampio respiro da realizzare anche attraverso il supporto di finanziamenti esterni (regionali, dell’Unione Europea, ecc.).
7. Delegati e prorettore. Ho già anticipato in un precedente intervento che i delegati saranno individuati tra le persone che si saranno mostrate più attive e capaci nella complessa fase di stesura dei diversi piani che intendo predisporre (modifiche di Statuto, didattica, ricerca, organizzazione uffici, qualità della vita, ecc). Saranno, in pratica, indicati da voi a prescindere dalle scelte elettorali fatte liberamente, privilegiando i giovani e i ricercatori. Il Prorettore vorrei poterlo scegliere all’interno di una rosa predisposta dal SA, sulla base di criteri che fisseremo insieme. Mi pare una differenza non da poco con l’organigramma già definito dal prof. Crisci, con la distribuzione di coccarde a logori notabili. Questo è uno dei punti deboli del suo progetto costruito a tavolino con un ristretto gruppo di persone, le possibilità di aprirsi al nuovo sono dunque inesistenti. Su questo argomento non può dare risposte e quindi solleva polveroni cercando di attribuire a me la sua troppo lunga consuetudine con le stanze del potere. D’altra parte, l’espressa volontà del prof. Crisci, che è contraria alla mia, di mantenere in servizio i colleghi ultrasettantenni con le note ricadute negative sul turnover e sulla disponibilità di punti organici, la dice lunga sulla possibilità di dar luogo da parte del prof. Crisci a nuove assunzioni (che sono vitali per il futuro dell’Ateneo) e progressioni di carriera ben meritate da profili scientifici di elevato spessore.
8. Ricercatori. La scelta giusta fatta dall’Ateneo di puntare sui ricercatori richiede comportamenti coerenti altrimenti i problemi diventeranno ingestibili. Dovrà essere messa a punto, insieme a loro, una politica organica per i ricercatori, che parta dal presupposto che non esiste il “ricercatore unico” e che quindi deve essere possibile un ampio spettro di opportunità per chi, ad esempio, è impegnato prevalentemente nella didattica e chi al contrario preferisce ridurre al minimo tale impegno e dedicarsi prevalentemente alla ricerca. Libertà assoluta per i ricercatori, per dare realmente una svolta all’Ateneo e per evitare gravi episodi come le indebite sollecitazioni e promesse da parte di notabili a ricercatori, al fine di far ritirare la firma da documenti liberamente sottoscritti a sostegno della candidatura di Maggiolini. Sono questi i metodi e le prassi che possono consentire all’UniCal di essere quel faro per la Calabria indicato dal prof. Crisci? Tutto ciò mi rafforza nell’idea che c’è bisogno di un ringiovanimento complessivo della classe dirigente dell’Ateneo ad iniziare da chi dovrà assumere con entusiasmo la grande responsabilità di guidare la svolta.
9. Internazionalizzazione. È tra i punti principali di ogni programma ma non si va oltre qualche enunciazione. A mio avviso si deve partire dall’esistente. Entro ottobre faremo un censimento delle iniziative in corso, dei risultati conseguiti, dei workshop internazionali, delle summer schools, della capacità di attrarre dottorandi stranieri ecc. Saranno selezionate, in modo equilibrato tra le diverse aree, le iniziative sulle quali puntare e che possano fungere da esempio e traino per l’intero Ateneo. Ma è importante, per la nostra posizione geografica, mantenere anche uno stretto rapporto con il sistema universitario nazionale e quindi le politiche destinate ad aumentare la nostra internazionalizzazione dovranno essere l’occasione per valorizzare le collaborazioni più qualificanti, didattiche e scientifiche, con altre Università italiane.
Ci sarebbero altre cose da sottolineare (legalità, bilancio partecipato, semplificazione burocratica, Horizon 2020 e strutture dedicate, dottorati, servizi, rapporti con il MIUR, con la CRUI, con le altre università calabresi, con il territorio, ecc.), ma non voglio abusare della pazienza di tutti voi.
In estrema sintesi, ricordo le parole chiave che caratterizzano il programma di Maggiolini-Rettore e che saranno una guida costante per l’intero sessennio: trasparenza, partecipazione, pari dignità e pari opportunità per tutti, rinnovamento e qualità. Ma consentitemi che una parola, che riassume la mia storia scientifica ed accademica, campeggi su tutte le altre: libertà.
Il 31 luglio possiamo far vincere il programma riassunto da queste parole, anche a costo di qualche sacrificio personale e familiare. La profonda svolta di cui necessita il nostro Ateneo per continuare a contribuire allo sviluppo della Calabria ed al futuro delle nuove generazioni lo chiede con forza.
Andiamo tutti a votare! Ogni voto può essere decisivo. Non perdiamo questa straordinaria occasione per affermare una nuova università basata su qualità e merito, efficacia ed efficienza gestionale, partecipazione e coinvolgimento attivo di tutta la comunità accademica. Cambiare è necessario e possibile. Il futuro dell’UniCal è nelle nostre mani. Evitiamo di affidarci ancora per sei anni ai soliti notabili.
Grazie, infine, per l’affetto, la stima, l’entusiasmo e l’attenzione con i quali mi avete accompagnato in questa dura ma appassionante sfida elettorale.
**********************************************************************************
L’Università pubblica italiana è sotto attacco da oltre vent’anni, anche a causa di una mal praticata autonomia gestionale dell'Università che è stata agitata come scusa per giustificare pesanti ondate di tagli e pessime ristrutturazioni. Una serie di provvedimenti di pseudo-riforma ci hanno condotto ad una situazione in cui è messa in discussione la stessa sopravvivenza di un’istituzione deputata all’alta formazione e alla ricerca, non per fini di profitto.Non è più procrastinabile una forte risposta politica e istituzionale a questa tendenza, soprattutto nel nostro Ateneo, cogliendo l'occasione, delicata, dell’elezione del prossimo Rettore.
Si pone, infatti, il problema di eleggere un Rettore che dovrà impegnarsi, oltre gli slogan elettorali, a praticare un’autentica condivisione delle scelte che porti ad una gestione trasparente dell'Ateneo. In questo senso, da tempo invochiamo una reale svolta nella gestione complessiva del nostro Ateneo che passi attraverso la necessaria revisione dello Statuto e della regolamentazione centrale e periferica.
Riteniamo sia vitale un governo partecipato dell'Ateneo, condiviso con tutte le componenti che, nei diversi ruoli, contribuiscono al funzionamento di questa istituzione, individuando una sintesi fondata sul connubio valorizzazione della Ricerca - riqualificazione della Didattica.
A giudizio delle ricercatrici e dei ricercatori sottoscrittori di questo documento il Prof. Marcello Maggiolini è il candidato Rettore che, oltre a possedere indubbie qualità scientifiche e gestionali, può credibilmente guidare questo tipo di svolta.
Tale affermazione è suffragata da una serie di elementi fattuali che, per soffermarci sulla recenti vicende istituzionali dell’Ateneo, risultano determinanti ai fini della nostra scelta.
È indispensabile, quindi, richiamare alla memoria qualche azione concreta e, per quanto possibile, scevra dai toni della propaganda.
Spirito di servizio nei confronti de l'UniCal
Il Prof. Maggiolini, con la sua esplicita dichiarazione di rinuncia all’indennità di carica (circa € 360.000,00 in sei anni) dimostra il suo sincero spirito di servizio e il suo reale attaccamento all’istituzione in cui operiamo. Solo chi dà segnali forti e tangibili di sobrietà può combattere con maggiore credibilità ed autorevolezza le inefficienze, i privilegi e gli sprechi.
Il Candidato Maggiolini, ha pubblicamente manifestato la ferma intenzione di voler determinare un diverso orientamento nelle scelte della CRUI a tutela delle Università meridionali, e in particolare con riferimento ai penalizzanti criteri di riparto del FFO nonché ai recenti, altrettanto penalizzanti, criteri per il riparto delle risorse relative al Piano straordinario di reclutamento degli associati, senza escludere una eventuale fuoriuscita dalla stessa CRUI.
Un'idea di governance aperta e democratica
Il Prof. Maggiolini ha praticato il confronto e la concertazione. Ha spesso partecipato attivamente alle assemblee dei Ricercatori e, anche di fronte ad aspre critiche e dissensi, non ha mai rinunciato al confronto. Non è un caso che sia stato l’unico candidato a chiedere con decisione la convocazione del corpo accademico tra il primo e il secondo turno elettorale. In tale ottica, inoltre, assume un significativo rilievo il favor dichiarato dal candidato Maggiolini nel ritenere necessaria una rivisitazione dello Statuto con riguardo alla composizione del Consiglio di Amministrazione in direzione di una espressa rappresentanza dei Ricercatori e del PTA.
Inoltre, in ossequio ai valori della partecipazione e della trasparenza, è stato firmatario e sostenitore (assieme al Prof. Cersosimo) dalla prima ora della battaglia di libertà a difesa del servizio MERCURIO.
Rispetto e considerazione verso tutte le componenti, soprattutto le più deboli
I Ricercatori
Il Prof. Maggiolini si è battuto per iscrivere a bilancio il finanziamento dell’incentivazione di chi, soprattutto tra i giovani ricercatori, non ha avuto il finanziamento ministeriale dei progetti PRIN e FIRB, nonostante avesse conseguito una valutazione scientifica positiva.
Si è speso con tenacia e determinazione per i progetti di ricerca di Ateneo “Giovani Ricercatori”, contribuendo fattivamente a determinarne un esito favorevole in termini di finanziamento.
Circa un anno fa con riguardo al Regolamento sugli Assegni di Ricerca ha condiviso e sostenuto con forza, negli organi istituzionali e nelle assemblee, le forti critiche espresse dai Ricercatori in merito alla esclusione dei Ricercatori della responsabilità dei relativi progetti e contribuendo a renderne possibile la sua modifica.
Il Prof. Maggiolini non annovera tra i suoi illustri sostenitori chi ha redatto e sostenuto convintamente un regolamento sui compiti didattici dei Ricercatori che è offensivo prima che illegittimo, in quanto in palese contrasto con il dettato della Legge 240/2010. Non si può non ricordare, al riguardo, chi, anche nell’attuale e recentissima fase relativa alla programmazione dell’offerta formativa per l’A.A. 2013/2014, si è reso interprete “rigoroso e impeccabile” del “famigerato” regolamento sui compiti didattici dei Ricercatori
Ed ancora non annovera tra i suoi illustri sostenitori chi chiede ai ricercatori almeno 42 ore di didattica curriculare gratuita, ovvero di svolgere 120 ore di didattica frontale mediante il ricatto delle prime 60 ore di didattica frontale gratuita per poi vedersi riconosciuto il “diritto” alla legittima retribuzione, e sotto la malcelata minaccia di vedersi attribuire fino a 300 ore di didattica integrativa; né, tanto meno, annovera tra i suoi sostenitori chi introduce come requisito, per ottenere il necessario nulla-osta per poter afferire mediante trasferimento interno ad un Dipartimento, l’ulteriore criterio di avere erogato CFU negli anni accademici precedenti.
I precari della ricerca
Il Prof. Maggiolini ha fattivamente appoggiato varie battaglie per restituire dignità ai Ricercatori, agli Assegnisti di Ricerca e ai Dottorandi: ha più volte proposto il sostanziale esonero dalle attività didattiche curriculari per gli Assegnisti e per i Dottorandi.
A tal proposito bisogna ricordare che il Prof. Maggiolini si è opposto a chi ha voluto approfittare, peraltro a costo zero, delle preziose capacità di ricerca degli Assegnisti di Ricerca che de facto saranno obbligati a svolgere attività didattica curriculare fino a 60 ore senza nemmeno una minima gratificazione economica, in forza della modifica dell’art. 16 del Regolamento sugli Assegni di Ricerca intervenuta in una recentissima adunanza del Senato Accademico.
Peraltro, nella sua recente veste di delegato alla ricerca, ha contribuito fattivamente ad ottenere dalla Regione Calabria il finanziamento delle borse Post Doc, già in corso di fruizione, ed ancora delle borse di Dottorato.
Ha avviato presso il CORUC un progetto di congruo finanziamento per il reclutamento di Ricercatori a Tempo Determinato per il sistema universitario regionale.
Inoltre, il suo voler destinare l'intero ammontare della richiamata rinuncia all’indennità di Rettore alla creazione di un fondo di ricerca, cui possano attingere giovani studiosi per finanziare le proprie ricerche, ne rivela il genuino interesse per la ricerca e, in particolare, per il futuro accademico dei colleghi più giovani.
Da ultimo, ma non per importanza, vogliamo sottolineare che, nel primario interesse del futuro della nostra Università, ci piacerebbe intravedere e realizzare un orizzonte che sappia rispettare le distinte posizioni e idee, auspicando un impegno e un coinvolgimento operoso nel governo dell’Ateneo degli altri Candidati, alla luce sia delle loro qualità umane e scientifiche, sia di alcune scelte che caratterizzano i loro programmi.
Auspichiamo, infine, che questa nostra riflessione possa essere condivisa dalla maggioranza della Comunità Accademica per consentire al Prof. Marcello Maggiolini, da futuro Rettore, di intraprendere con fiducia ed autorevolezza l’opera di rilancio della nostra Università.
Fernando Puzzo
Gianluca Aloi
Antonino Campennì
Isabella Nicotera
Giovanni Tocci
Iolinda Aiello
Francesco Plastina
Gianni Golemme
Alessandra Corrado
Monica Lanzillotta
Romolo Perrotta
Paolo Caputo
Massimo La Deda
Emilia Furia
Pierfrancesco Riccardi
Antonella Greco
Manuela Carini
Daniela Pacilè
Pasquale Pagliusi
Maria Luisa Di Gioia
Maria Cristina Caroleo
Michele Gianfelice
Erika Cione
Sonia Trombino
Roberta Cassano
Diana Amantea
Flaviana Tenuta
Rossella Russo
Giuseppina Ioele
Paola Tucci
Fedora Grande
Francesca Aiello
Domenico Sturino
Fazio Alessia
Rosa Tundis
Monica Loizzo
Pietro Rizza
Stefania Marsico
Anna Grazia Adornetto
Rocco Servidio
Laura Rombolà
Antonella Santoro
Rosita Curcio
Rosa Sirianni
Ivan Casaburi
Adele Vivacqua
Francesca Giordano
Loredana Mauro
Francesco Puoci
Donatella Restuccia
Andrea Tagarelli
Pasquale Pace
Giovanna Capparelli
Daniela Biondi
Davide De Luca
Andrea Pugliese
Sandra Costanzo
Francesca Venneri
Emilio Arnieri
Cristian Molinaro
Alberto Di Renzo
Luigi Pasqua
Andrea Katovic
Donatella Armentano
Alessio Siciliano
Luciano Galasso
Salvatore Straface
Mariarosaria Agostino
Annalisa Palermiti
P.S. considerato il brevissimo tempo a disposizione e il particolare periodo, ci scusiamo con tutti i colleghi che non siamo riusciti a contattare
**********************************************************************************
Votare per una svolta
Il giorno 16 luglio scorso si è realizzata, nei fatti, una coincidenza che deve farci riflettere: contemporaneamente alla seconda tornata elettorale per l’elezione del Rettore, l’ANVUR ha reso pubblici gli esiti della valutazione della qualità della ricerca (VQR 2004-2010). Tale indagine, nel suo complesso ed in particolare per quanto riguarda l’Unical, meriterà riflessioni e confronti approfonditi, senza trascurare critiche ai metodi di valutazione utilizzati.
Alcuni dati, tuttavia, sono già clamorosamente evidenti: le Università italiane non godono di buona salute, quelle meridionali stanno peggio, il nostro Ateneo si colloca agli ultimi posti nella classifica dei grandi Atenei (sebbene in posizione migliore rispetto ad Atenei meridionali di antica tradizione).
I risultati comunicati dall’ANVUR indicano che siamo entrati in una fase nuova che si baserà sempre di più sulla valutazione e sul controllo di qualità, determinando un cambiamento radicale dell’Università italiana. E’facilmente intuibile che nei prossimi anni lo scenario sarà completamente modificato: gli Atenei con i risultati migliori (oggi quasi totalmente del centro-nord) imporranno che il peso della valutazione divenga sempre più rilevante sia nei criteri che regolano i meccanismi del reclutamento, che nell’attribuzione delle risorse finanziarie. Chi resta indietro difficilmente potrà recuperare. È una strada senza ritorno.
Motivi di breve e di lunga durata, ricerca delle ragioni e dei correttivi specifici, differenze interne al nostro Ateneo, tutto dovrà essere scrupolosamente e imparzialmente discusso insieme, ma è di tutta evidenza che così non va bene, stiamo retrocedendo non solo rispetto agli obiettivi dei fondatori dell’UniCal, ma anche rispetto alle prospettive di elevata qualità che sembravano realizzabili solo pochi anni addietro. E la Calabria, che è il nostro bacino di vocazione, sta peggio di noi. E’ urgente e obbligatorio voltare pagina, non farlo sarebbe grave e irresponsabile.
Serve una svolta, bisogna costruire un grande progetto di radicale cambiamento nella gestione complessiva del nostro Ateneo, che ci consenta di crescere e di tenere il passo con le migliori Università italiane. Per realizzare questo grande progetto è necessario costituire un cantiere aperto che accolga il contributo di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il bene comune dell’UniCal.
Credo che il voto del 31 luglio per l’elezione del Rettore costituisca un’opportunità da non perdere per chi vuole cambiare in profondità l’Ateneo, per fermare la tendenza verso la decadenza e riprendere la via dello sviluppo.
Alla luce di queste brevi riflessioni, ritengo prioritari, in sintesi, i seguenti punti programmatici:
- Considerare la valutazione e l’autovalutazione non come un pericolo da evitare, ma piuttosto come metodo indispensabile per attuare un profondo cambiamento di tutte le attività promosse dall’UniCal.
- L’ateneo lo cambiamo insieme (strategie di governo condivise, rifiuto dell’idea di una direzione di tipo monocratico e dell’attribuzione di deleghe a membri di fedeli cordate accademiche anziché in base alle competenze effettive).
- Lo Statuto ed i regolamenti devono essere sostanzialmente rivisitati e corretti poiché alle criticità e ai limiti subito evidenziati, si sono aggiunti quelli emersi dalla prima applicazione.
- L’attività didattica deve essere profondamente revisionata e razionalizzata, per essere sempre più aderente alle nostre effettive competenze e ad alle reali esigenze degli studenti e del territorio.
- La visione strategica e l’organizzazione delle attività di ricerca dell’Ateneo devono essere complessivamente capaci di sostenere le eccellenze, di far crescere il livello medio, di valorizzare i giovani ricercatori, anche con meccanismi premiali.
- In vista di questi obiettivi, l’apparato amministrativo nel suo complesso dovrà essere riorganizzato e riqualificato per consentire un adeguato supporto alle strategie di cambiamento e di sviluppo.
- Il principio della rendicontazione periodica di ogni attività, ruolo di governo e di amministrazione (Rettore, Consiglio di Amministrazione, Senato accademico, Dipartimenti, organismi amministrativi, ruoli dirigenziali) dovrà diventare la base di un rigoroso sistema di autovalutazione interna non punitivo, bensì rivolto a premiare i risultati migliori ed a incentivare ad un maggiore impegno chiunque ricopra incarichi gestionali.
Come Presidente del Comitato di Coordinamento e Programmazione ho partecipato alla gestione dell’Ateneo degli ultimi anni, ma non ho avuto responsabilità dirette nell’attribuzione di risorse umane e finanziarie. Alcune scelte sono state da me condivise, altre contrastate. Ho maturato una notevole esperienza al servizio dell’Ateneo, ricavandone una profonda conoscenza dei principali problemi (ribaditi dai dati dell’ANVUR) che nel prossimo futuro dovranno essere inevitabilmente affrontati e risolti. La mia storia consente di aver ben chiaro ciò che deve essere profondamente cambiato nell’UniCal insieme a tutti coloro che in questi mesi di campagna elettorale hanno manifestato con grande entusiasmo la volontà di un forte rinnovamento.
Sulla base di queste motivazioni, vi chiedo di votare per una svolta, sostenendo la mia candidatura a Rettore nel ballottaggio del 31 luglio.
Marcello Maggiolini
***********************************************************************************
Dalla seconda votazione si riparte daccapo verso il ballottaggio.
C’è un periodo di riflessione, che va rispettato, nel quale i candidati non presenti al ballottaggio e coloro che li hanno sostenuti devono riflettere e cercare una nuova strada. La posta è alta e dunque sono richiesti tempi opportuni, senza fretta, anche se il 31 luglio è vicino.
Ritengo che, a questo punto, il confronto tra due candidati, tra due profili scientifici ed accademici, tra due prospettive crea una fase completamente nuova nella quale le persone non possono essere considerate come semplici pedine da conquistare per incrementare il consenso alla propria candidatura. Questa ulteriore fase serve piuttosto a costruire un nuovo panorama che consenta di valorizzare e portare a sistema le indicazioni, le ipotesi programmatiche, le idee che hanno favorito l’aggregazione di centinaia di professori, ricercatori, personale tecnico amministrativo, studenti intorno ai candidati che non si si sono riconosciuti e che non si riconoscono nel progetto proposto dal gruppo che sostiene il professore Crisci. La questione, per me, non è come aggregare le persone intorno al mio programma ma è come costruire insieme un progetto di Università condiviso dalla maggioranza della comunità universitaria, ripartendo dai programmi esistenti e dalle tante sensibilità comuni.
Su questa ipotesi sto lavorando incessantemente e sono certo che l’esito sarà positivo.
Nel frattempo il mondo va avanti. I risultati della VQR comunicati dall’ANVUR e le classifiche di Repubblica sulle Università italiane mi inducono a ritenere che non si può stare fermi neanche un minuto.
La Repubblica evidenzia come il nostro Ateneo sia l’unica Università del sud a tenere il passo con i potenti Atenei del centro nord che hanno ben altre risorse ed infrastrutture territoriali a disposizione. Un risultato straordinario che non possiamo ignorare e di cui è giusto riconoscere il merito a tutti quelli che lo hanno reso possibile con il loro lavoro quotidiano (personale tecnico-amministrativo, professori e ricercatori) e che la difficile congiuntura non ha permesso di gratificare fino ad ora adeguatamente.
L’ANVUR, dal canto suo, ci dice che siamo posizionati bene in alcune aree mentre altre presentano dei problemi. Dobbiamo discutere approfonditamente e capire bene quali sono i problemi e soprattutto individuare insieme risposte giuste ed efficaci. Di fronte ad un quadro articolato dobbiamo adottare una strategia articolata, continuando a sostenere i settori che sono già ad un buon livello ma attuando nel contempo politiche mirate al sostegno di tutte le altre aree allo scopo di portare l’intero Ateneo a livelli competitivi rispetto alle medie nazionali. Dobbiamo fare un’analisi caso per caso, discutendo con tutti i diretti interessati, mettendo bene a fuoco i motivi di qualche ritardo per avviare le giuste contromisure. Dobbiamo dunque lavorare insieme con spirito costruttivo per risolvere i problemi nel loro complesso mettendo a punto un programma di ampio respiro, costruito in modo concertato, con modalità da me descritte in una precedente comunicazione (“Una partecipazione attiva”) che è rintracciabile sul mio sito.
L’esempio del Liaison Office è emblematico. È una struttura efficiente che molte Università anche superblasonate ci invidiano. L’idea di qualcuno di ridimensionarlo e trasformarlo in una sorta di centro di assistenza per la compilazione di progetti di ogni tipo non può essere accettata. Anche in questo caso occorre fare un ragionamento con grande senso di equilibrio. Il Liaison office va potenziato per essere in grado di supportare le nuove e consistenti opportunità, previste da Horizon 2020, che interesseranno tutte le aree culturali dell’Ateneo. Sarà necessario un supporto d’avanguardia sia nella fase di progettazione che nella fase di attuazione e rendicontazione. Il Liaison office dovrà essere un punto di riferimento strategico anche per i gruppi di ricerca che non hanno partecipato a bandi competitivi.
La ricerca di soluzioni equilibrate e condivise che tengano conto della complessità del nostro panorama interno è l’orizzonte che ho sempre seguito e che continuerò a seguire in questi giorni che ci separano dal voto, costruendo insieme a voi il progetto della nuova Università che vogliamo e che spero di attuare, sempre insieme a voi, come Rettore dell’Università della Calabria.
Marcello Maggiolini
***************************************************************************************
Esiti del voto del 16 Luglio 2013
***************************************************************************************
In queste settimane di campagna elettorale per l’elezione del Rettore, dai numerosi incontri e dalle tante mail in rete, emergono con chiarezza alcuni importanti elementi: una generale volontà di partecipazione e una capacità di analisi e di proposta che costituiscono un valore fondamentale con cui deve ripartire la comunità universitaria per costruire una nuova fase della sua storia.
La situazione è complessa, chiunque sarà eletto dovrà proporre una strategia che consenta di individuare ed attuare soluzioni idonee per sciogliere i tanti nodi che ostacolano il consolidamento e l’ulteriore sviluppo dell’Università. La strategia che io propongo è basata sul contributo di tutti, in particolar modo su quanti hanno voglia e capacità di esserci, in un grande sforzo collettivo teso a scrivere una pagina nuova del nostro Ateneo. I programmi dei vari candidati indicano questioni importanti, abbozzano qualche soluzione, fissano alcuni criteri generali, ma non indicano come le singole persone potranno, se vogliono, offrire il proprio contributo. Al di là di frasi generiche sulla possibilità di coinvolgimento nei processi decisionali, non si delinea un metodo che renda tutti partecipi di un progetto complessivo da attuare nei prossimi mesi e anni.
Ho riflettuto a lungo su questo tema decisivo e vorrei delineare un possibile itinerario.
L’obiettivo deve essere quello di costruire alcuni piani di intervento per ciascuna delle principali tematiche (didattica, ricerca e trasferimento del sapere, governance, modello del campus e qualità della vita,, potenziamento e sviluppo dell’organico, gestione amministrativa, autonomia dei dipartimenti, ecc.), da discutere negli organi collegiali ma da condividere con la comunità universitaria in modo quanto più ampio possibile, in tempi certi e con procedure ben definite. Se la scelta dell’Università ricadrà sul mio nome, proporrò una serie di attività di confronto ed approfondimento sia con dibattiti che attraverso la rete, da realizzare nel periodo che va fino all’effettiva presa di servizio, al fine di poter formulare proposte e osservazioni critiche, suggerimenti e quant’altro, entro tempi prefissati. Ciò consentirà una prospettiva ampia di partecipazione basata sia sul contributo individuale che su quello formulato in forma associata a livello di gruppo di interesse, di Dipartimento, di corso di laurea, ecc. L’insieme di questi piani tematici di intervento costituirà un progetto per lo sviluppo dell’Ateneo che, come Rettore, mi impegnerò ad attuare nel corso del mandato. Una simile impostazione consentirà non solo il reale coinvolgimento di tutti coloro che intendono costruire la nuova Università della Calabria, ma permetterà anche di individuare in modo trasparente i principali delegati (e responsabili di ciascun progetto) che dovranno concorrere efficacemente alla realizzazione di questo duro ma affascinante percorso.
È evidente, infatti, che la scelta non potrà che ricadere su coloro i quali avranno contribuito in modo quanto più incisivo alla predisposizione dei piani di intervento, manifestando grande impegno e determinazione, capacità di analisi ed interesse precipuo al bene comune. Saranno, in uno, gli artefici e i responsabili dell’attuazione dei piani in stretto rapporto con gli organi collegiali e con la comunità universitaria. È altrettanto evidente che le scelte terranno in grande considerazione le persone giovani, poiché con questi piani vogliamo costruire l’Università che sarà, non imbalsamare l’Università che c’è. Alle persone meno giovani verrà invece chiesto uno sforzo di generosità per mettere a disposizione della comunità universitaria il proprio patrimonio di competenze e professionalità, in un percorso comune che consenta anche a chi ha grandi talenti di poter maturare esperienze accademiche a vantaggio di tutto l’Ateneo. Anche il contributo del personale tecnico-amministrativo sarà essenziale nelle varie tematiche oggetto di discussione e confronto, sia in forma individuale che attraverso le diverse articolazioni di rappresentanza. Analoga considerazione riguarda gli studenti, la cui partecipazione ed apporto costruttivo al dibattito potrà essere assicurato non solo dai singoli ma anche attraverso i rappresentanti negli organi collegiali e le diverse forme associative. Come è facilmente intuibile, queste riflessioni costituiscono una bozza di itinerario che, in vista del ballottaggio, potremo mettere a fuoco nelle prossime due settimane con tutti coloro che vorranno concorrere all’affermazione di un nuovo modello di Università realmente trasparente e partecipata che consenta di rimuovere le cristallizzazioni derivanti da vecchie nomenclature che cercano solo la riproposizione di se stesse.
La strada da me indicata è quella che oggi serve al nostro Ateneo per vincere le sfide di una situazione complessa: è indispensabile un coinvolgimento quanto più ampio per valorizzare e capitalizzare al massimo lo straordinario contributo di idee e proposte che l’Università è in grado di fornire, come dimostra la ricchezza del dibattito che ha animato questa importante occasione elettorale. È un cammino difficile da percorrere ed è facilmente intuibile che non tutti gli altri candidati possono seguire tale cammino per il metodo utilizzato nella costruzione della loro candidatura. Io sono in condizioni di farlo come dimostra la mia storia scientifica ed accademica. Sono cose che ho sempre fatto e che continuerò a fare.
Marcello Maggiolini
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIfUgy9575nSe9cN3RjQDoUuEaHqvzJX70qHeMiqTAexhyzPrsMwYPrU340OEzL6Nbnq77Ch3j7DQgRD60xdWLHlghTcVCVw8YVjxn0FQ7pfH3KMCtuNicUn-LwmPTK_ihcMbAve7fg84/s320/siscelga_display.jpg)
******************************************************************************************
VERSO LA SECONDA VOTAZIONE …. ZITTI ZITTI, QUATTI QUATTI ….
(nota del Prof. Lino Versace pubblicata sul messaggero "Mercurio" dell'UNICAL)
Dopo la prima votazione lo scenario è cambiato. I numeri parlano. Ognuno può interpretarli. I voti di Crisci sono molti o pochi? Avvicinano o allontanano la sua possibilità di diventare Rettore? Tante cose sono cambiate. Tante le cose da discutere che avrebbero richiesto un nuovo Corpo Accademico per confrontarsi e per capire meglio. Il Decano ha deciso di no, mettendosi dalla parte di chi teme il confronto pubblico e ha privato l’Ateneo di un momento di confronto alla luce del sole.
Stupiscono le perplessità di Crisci. È il più vicino al successo, avrebbe dovuto mandare un segnale tranquillizzante sulla sua volontà di coinvolgere tutti nella discussione sul futuro dell’Università, di favorire il confronto e il dibattito. Invece ha scelto la chiusura, dando un potente argomento a chi teme che con lui i giochi siano chiusi, che tutto sia già pianificato e non ci sia nulla da discutere. Avere ostacolato il Corpo Accademico è un curioso e incomprensibile autogol.
Anche altri candidati, a parole campioni della partecipazione, dei percorsi collettivi, del costruire insieme, delle case di vetro e della luce del sole, hanno perso un colpo. A riprova che tra il dire e il fare ….
Maggiolini è l’unico che ha chiesto la riunione e questo è un fatto che gli va riconosciuto.
Ma la questione vera è un’altra. Cosa succederà alla seconda votazione? C’è una certa confusione. Si pensa che sia come la prima e serva solo a vedere se qualche posizione si rafforza o si indebolisce. Se il candidato X conserva i suoi voti, o se questi aumentano o diminuiscono. Questo fatto è importante, serve a definire il peso negoziale in vista del ballottaggio o a favorire futuri itinerari individuali dei candidati all’interno o all’esterno dell’Università. Ma la vera questione è un’altra: si andrà al ballottaggio? e, nel caso, chi sarà l’oppositore di Crisci?
Chi è perplesso sull’ipotesi che Crisci e il compatto gruppo di potere che lo sostiene assumano il controllo dell’Università deve portare al ballottaggio il candidato che ha la maggiore probabilità di vittoria. Non è il momento di sterili voti di testimonianza.
Il mancato accordo tra i tre candidati (Maggiolini, Cersosimo e Piro), di cui si è letto sui giornali o si è ascoltato al bar, ha evidenziato che, al di là di tenaci ambizioni personali, non c’è, per fortuna, una trasferibilità dell’elettorato dall’uno all’altro candidato. E quindi la scelta individuale è ormai prevalente rispetto a quella basata sull’appartenenza a gruppi e cordate.
Ma chi è il candidato che ha le maggiori possibilità di uscire vincitore da un ipotetico ballottaggio con Crisci? Alla luce dei risultati e del crescente numero di consensi, penso che tale candidato sia Marcello Maggiolini, anche perché appare quello più aperto a nuovi contributi e maggiormente capace di attrarre chi in prima battuta ha esercitato una diversa opzione.
Ma che male c’è se, come è possibile, sarà Crisci il nuovo Rettore? Non sarà un dramma. Ha i requisiti necessari per essere un buon Rettore. Ha la qualità accademica e l’esperienza gestionale necessarie per un compito così impegnativo. Ma ci sono fatti che lasciano perplessi.
Negli ultimi anni l’Università è stata dominata da un blocco di potere formidabile composto dal Rettore e dai Presidi. Si sono mossi all’unisono, come le gemelle Kessler. Ricordiamo l’entusiasmo frenetico manifestato dai Presidi in occasione della modifica di Statuto per il terzo mandato, lo sdilinquito sostegno offerto al Magnifico durante le elezioni del 2007, le tante occasioni in cui hanno fatto muro insieme nel Senato Accademico, e via discorrendo. Fino all’ultimo accordo. Quello sulla composizione della Commissione Statuto, costruita su loro equilibrismi accademici che hanno dato frutti modesti, tutti tesi a definire i poteri di questo e di quello e indifferenti ai temi della libertà, dell’eguaglianza, della dimensione universale del sapere, della missione primaria di accrescere e trasferire il sapere accumulato, della vivibilità e dell’accoglienza. Poi l’intesa si è rotta, è andata in frantumi. Il dada di qua e l’umpa di là.
Ma la radice è quella: una visione dell’Università come luogo in cui pochi decidono per tutti, dove le occasioni di confronto e di partecipazione collettiva non esistono ma anzi sono un problema. Questo è il limite della candidatura Crisci, figlia di un passato che non si può nascondere.
Ognuno di noi che vive nell’Università, quale che sia il ruolo e la funzione ricoperta, desidera e pretende di avere voce in capitolo, di avere occasioni in cui la propria visione si confronti e si integri con quella degli altri. Questo, per ognuno di noi, è il fatto essenziale: poter contribuire alla crescita dell’Università della Calabria, incidendo sulle decisioni essenziali.
Io credo che con Maggiolini Rettore questo sia possibile. Non riesco ad avere la stessa sicurezza nel caso di Crisci Rettore.
Il diverso atteggiamento assunto dai due candidati, in merito allo svolgimento di un Corpo Accademico tra la prima e la seconda votazione, è una prova evidente che questo dubbio non è infondato.
10 luglio 2013
Lino Versace
**********************************************************************************
Al fine di rendere
trasparente e partecipata l’attuale fase relativa all’elezione del
Rettore avevo chiesto al Decano la convocazione del Corpo Accademico,
richiesta che ho inoltrato personalmente poiché non condivisa dagli
altri candidati. Apprendo dal Decano, con rammarico, che la riunione non
può avere luogo per le motivazioni di seguito riportate. Avendo già
organizzato una riunione con il personale tecnico-amministrativo per
oggi 9 luglio 2013 alle ore 15.00 presso la sala stampa dell’Aula Magna,
invito a partecipare a questo appuntamento tutti coloro (studenti,
professori e ricercatori) che intendono dare un contributo di idee e
proposte in questa delicata fase del nostro Ateneo. Con l’occasione,
ribadisco il mio impegno volto alla costruzione della nuova Università
della Calabria ed invito tutti i componenti della comunità universitaria
a sostenere la mia candidatura nel prossimo turno elettorale fissato
per il 16 luglio.
Marcello Maggiolini
Nota ricevuta dal Decano in data 8 luglio 2013:
“Caro Maggiolini,
mi spiace comunicarti che, al momento, non sussistono le condizioni per indire una riunione del corpo elettorale per giorno 10 c.m.
Le motivazioni di questa decisione sono le seguenti:
1) la riunione non era stata prevista nel d.d.;
2) non è pervenuta alcuna rinuncia ufficiale di candidatura, quindi il quadro istituzionale non è variato;
3) non ci sono i tempi tecnici per decretare la sospensione delle attività didattiche (siamo in periodo di esami di laurea);
4) uno dei candidati è ufficialmente in missione per ricerca scientifica e non è disponibile prima del 13 c.m.;
5) molti membri del corpo elettorale, compreso un candidato ufficiale, hanno mostrato serie perplessità sull'opportunità della riunione per il 10 c.m.
In seguito, se le condizioni ci saranno e la richiesta persisterà si potrà indire una riunione del corpo elettorale.
Cordiali saluti,
Il Decano Professor Francesco Costabile”.
“Caro Maggiolini,
mi spiace comunicarti che, al momento, non sussistono le condizioni per indire una riunione del corpo elettorale per giorno 10 c.m.
Le motivazioni di questa decisione sono le seguenti:
1) la riunione non era stata prevista nel d.d.;
2) non è pervenuta alcuna rinuncia ufficiale di candidatura, quindi il quadro istituzionale non è variato;
3) non ci sono i tempi tecnici per decretare la sospensione delle attività didattiche (siamo in periodo di esami di laurea);
4) uno dei candidati è ufficialmente in missione per ricerca scientifica e non è disponibile prima del 13 c.m.;
5) molti membri del corpo elettorale, compreso un candidato ufficiale, hanno mostrato serie perplessità sull'opportunità della riunione per il 10 c.m.
In seguito, se le condizioni ci saranno e la richiesta persisterà si potrà indire una riunione del corpo elettorale.
Cordiali saluti,
Il Decano Professor Francesco Costabile”.
***********************************************************************************
Esiti del voto del 01 Luglio 2013
***********************************************************************************
L’Università della Calabria , come gli altri Atenei
italiani, sta attraversando un delicato momento di
transizione dettato dalla necessità di adeguare la governance interna a
quanto previsto dalla legge 240/2010 (Legge Gelmini). A ciò si aggiunge
la drastica riduzione dei finanziamenti ministeriali che condiziona la
tenuta del sistema universitario limitandone fortemente le possibilità
di sviluppo anche attraverso il blocco quasi completo del turn-over del
personale docente e tecnico-amministrativo. E’ necessario dunque aprire
una nuova fase caratterizzata da un forte impegno che coaguli tutte le
energie dell’Ateneo in uno sforzo straordinario teso a creare un nuovo
modello che garantisca alle nuove generazioni la possibilità di
inserimento nei ruoli universitari e il giusto riconoscimento di
progressione di carriera a coloro i quali hanno concorso in tutti questi
anni all’affermazione dell’UniCal nel panorama nazionale ed
internazionale. Ciò consentirà ai giovani calabresi di continuare ad
usufruire sul territorio regionale di una università di prestigio che
sia in grado di condurre una ricerca di ottimo livello e una didattica
che consenta il conseguimento di un’alta formazione adeguata alle sfide
dell’attuale competizione nel mondo del lavoro.
In tale contesto, ritengo di
dover offrire la mia disponibilità alla candidatura di Rettore
dell'Universita' della Calabria perché sento che una nuova generazione
di docenti, in schietto dialogo con le generazioni che precedono e che
hanno reso grande la nostra Università , abituate al confronto paritario
con tutte le componenti dell'università (personale
tecnico-amministrativo e studenti), deve assumere una responsabilità
diretta e plurale per l’ulteriore sviluppo dell'Ateneo e della nostra
Regione. Per l'Universita' della Calabria, a oltre 40 anni dalla sua
istituzione, può considerarsi conclusa una prima positiva fase
caratterizzata da una crescita culturale e di formazione di una classe
dirigente che si e' ormai affermata nella nostra regione e non solo.
Oggi e' forte l'esigenza di aprire una nuova fase che, continuando a
rafforzare il ruolo istituzionale, veda l'Universita' della Calabria,
nel contesto del sistema universitario calabrese, caratterizzarsi anche
per un forte impegno sulla ricerca utile alle esigenze delle territorio
calabrese per lo sviluppo della competitività e dell’ occupazione dei
nostri giovani laureati.